Siamo abituati a vedere decine di cavi che dalle antenne in cima ai palazzi viaggiano lungo le facciate, spesso anche di palazzi appena ristrutturati. Un problema che crea enormi tensioni in condominio e deprezza gli immobili. Eppure delle soluzioni esistono.
La mia attenzione questa volta è rivolta verso le sommità dei fabbricati dove non si può fare a meno di notare la selva di antenne di cui i tetti sono ricoperti. Facendo maggiore attenzione si potranno notare i fasci di fili che partendo dalle antenne si diramano lungo le facciate per entrare da finestre e balconi nei rispettivi appartamenti. Possiamo inoltre notare che questi fili riescono a passare ovunque lungo la facciata del fabbricato pur di raggiungere il loro obiettivo: davanti a finestre che si aprono solo con difficoltà oppure al centro dei balconi.
Ma l’apice viene raggiunto dopo pochi metri dalla loro partenza, dove i cavi sono in un numero elevato e sono obbligati a passare davanti ad un terrazzo ad uso esclusivo del malcapitato di turno che vive al piano attico. Questo condomino acquistando il piano attico e non avendo valutato attentamente cosa questo potesse comportare avrà pensato di avere una posizione privilegiata rispetto agli altri condomini, per la visuale, per la mancanza di rumori provenienti dai piani superiori, per il bel terrazzo che si potrà godere, ecc.. Ma non avrà sicuramente valutato la fatidica presenza dei fili delle antenne che devono passare necessariamente dalla sua proprietà con poche possibilità di poter farle transitare altrove. E giù liti a non finire che vanno dalla semplice discussione alle minacce più o meno velate di taglio dei fili che transitano in modo indiscriminato presso la sua proprietà, impedendone il pieno godimento oltre che deturpandone l’estetica.
Una fattispecie del genere determina innanzitutto un deprezzamento delle unità immobiliari, una pessima immagine dei condomini che vivono in tale contesto, ma soprattutto contribuisce ad aumentare la litigiosità tra questi aumentando lo stress e riducendo il benessere che ognuno di noi dovrebbe provare nel ritornare a casa dopo il lavoro.
Vediamo cosa si può e, soprattutto, cosa si deve fare per evitare tutto ciò!
L’obiettivo principale, oltre che estetico e patrimoniale, è quello di cercare di riportare l’armonia tra i vari condomini e cercare di far vivere i nostri figli in ambienti non conflittuali.
Le soluzioni esistono e sono diverse, più o meno costose a secondo di quella prescelta. Riassumiamo brevemente le principali che potrebbero essere adottate:
- La soluzione ottimale è senza alcun dubbio quella che l’assemblea condominiale deliberi di installare un’antenna centralizzata terrestre e magari anche satellitare unica per tutto il fabbricato in modo che tutte le antenne vengano eliminate. Per quanto riguarda il passaggio dei fili si dovrebbe utilizzare il vano scale previa collocazione di canalizzazione interna alle pareti con punto di accesso negli appartamenti in prossimità della porta di ogni unità abitativa. Soluzione molto costosa che è sostenibile soprattutto nei casi di lavori condominiali effettuati nel vano scale. In altri casi di difficile realizzazione.
- Soluzione con minore impatto estetico e costi medi è anche quella in cui l’assemblea deliberi per l’antenna centralizzata condominiale raccordando i relativi fili in apposite “tubazioni” dello stesso colore delle pareti delle facciate.
- Una soluzione di compromesso invece è quella di posizionare le antenne attualmente esistenti su delle rastrelliere in modo che si crei un ordine alla loro collocazione indiscriminata e raccordare i relativi fili sempre in canaline dello stesso colore delle pareti delle facciate. In tal modo l’impatto estetico è minore e i costi sono contenuti.
Quanto detto sin qui non limita però il diritto di tutti coloro che abitano in un condominio di poter installare un’antenna privata su un tetto condominiale o su spazi privati, senza dover chiedere alcuna autorizzazione all’amministratore del condominio, ma a condizione che non si impedisca agli altri condomini di utilizzare gli spazi nello stesso modo e soprattutto non si deve alterare la destinazione d’uso di tale bene.
Di Mariolina Servino, Art director