L’UE si è dotata di norme che prevedono l’efficientamento e la relativa certificazione energetica degli edifici, anche privati.

Le regole europee sulla certificazione energetica

Con lo sforzo di arrivare a un’economia a basse emissioni inquinanti, l’UE si è dotata di norme che prevedono l’efficientamento e la relativa certificazione energetica degli edifici, anche privati. Ecco cosa prevedono e quali cambiamenti comporteranno.

 

Le indicazioni della Comunità Europea sull’adeguamento e certificazione energetica di tutti gli edifici hanno lo scopo di migliorare il risparmio energetico.

L’UE ha infatti adottato la direttiva 2010/31/UE sull’efficienza energetica degli edifici, che richiede agli Stati membri di adottare misure per aumentare l’efficienza energetica degli edifici esistenti e dei nuovi uffici.

L’obbiettivo principale della direttiva è quello di ridurre il consumo energetico degli edifici e le relative emissioni di CO2 migliorando la qualità dell’aria interna e il confort degli occupanti. Per raggiungere questo obiettivo, la direttiva prevede una seria di misure da adottare, tra cui l’obbligo di certificare l’efficienza energetica degli edifici, l’adozione di requisiti minimi per la prestazione energetica degli edifici, l’obbligo di ristrutturare gli edifici esistenti in modo che soddisfino questi requisiti, e l’obbligo di promuovere la riqualificazione degli stessi.

In generale, l’adozione di queste misure può portare a un miglioramento significativo del risparmio energetico degli edifici, riducendo i costi energetici e le emissioni di CO2 e migliorando la qualità dell’aria interna e il confort degli occupanti.

Inoltre, la ristrutturazione energetica degli edifici esistenti può anche creare nuovi posti di lavoro e stimolare l’economia locale, offrendo quindi vantaggi a lungo termine per la società nel suo complesso.

L’obbiettivo principale che si vuole raggiungere, ribadito di recente dalla stessa UE, è soprattutto quello di ridurre i consumi energetici degli edifici, contribuendo così alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla lotta al cambiamento climatico, ma anche quello di ridurre l’attuale dipendenza degli Stati membri dell’UE da soggetti esterni.

Tra i requisiti troviamo: la definizione di requisiti minimi di prestazione energetica per i nuovi e vecchi edifici; l’obbligo di effettuare una valutazione dell’efficienza energetica degli edifici esistenti; la promozione di misure volte ad aumentare l’efficienza energetica degli edifici pubblici; la promozione dell’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia nei nuovi edifici e in quelli esistenti che subiscono ristrutturazioni.

La direttiva sulla certificazione energetica ha subito una revisione nel 2018 introducendo ulteriori disposizioni tra le quali:

  • l’estensione degli obblighi di valutazione dell’efficienza energetica degli edifici alle grandi imprese.
  • l’obbligo di prevedere punti di ricarica per veicoli elettrici nei parcheggi di nuove costruzioni.

In sintesi la nuova normativa comunitaria si concentra sull’aumento dell’efficienza energetica e sulla promozioni di fonti rinnovabili, argomenti ribaditi dalla recente revisione della direttiva, che ha introdotto ulteriori disposizioni per migliorare il risparmio energetico degli edifici e favorire la transizione verso una economia a basse emissioni di carbonio.

 

di Giovanni Romani, agente immobiliare