Dall’alloro al ringospermo sono moltissime le varietà di piante usate come siepe divisoria, ognuna con delle caratteristiche proprie

Come scegliere la siepe giusta  

Dall’alloro al ringospermo sono moltissime le varietà di piante comunemente usate come siepe divisoria. Ognuna ha delle caratteristiche da conoscere prima di metterle nel proprio giardino o terrazzo.

 

Le siepi hanno da sempre la storica funzione di proteggere, decorare, delimitare e ombreggiare un determinato spazio esterno. Caratteristiche molto diverse che possono essere racchiuse da un’unica siepe o venire svolte da siepi differenti. Conoscere la funzione delle siepi consente infatti di scegliere le piante più adatte ai nostri scopi. L’utilità di queste siepi è decisiva, soprattutto nelle campagne, dove il ruolo di recinzione naturale delle siepi è stato via via sostituito dalle reti metalliche.

In città le siepi sono spesso collocate dietro manufatti tipo muri alti, muretti o rete metallica sorretta da pali.

 

Distanza delle siepi dai confinanti

Quando sono piantate dietro a dei manufatti non ci sono distanze da rispettare con in confinanti. Nel caso opposto, ovvero quando non vi sono manufatti come muri o reti, le singole piante che formeranno la nostra siepe dovranno stare ad una distanza 50 centimetri dal confine. La distanza si misura dalla linea del confine alla base esterna del tronco della specie vegetale nel tempo della piantagione, o dalla linea stessa al luogo dove fu fatta la semina.

 

Che tipo di piante scegliere per le siepi?

Con riferimento alla zona di Roma e dintorni, descriviamo velocemente le principali specie vegetali più usate:

  • L’alloro, nome latino Laurus nobilis , è un arbusto tipico della macchia mediterranea, con molti riferimenti storici in letteratura. Può raggiungere un’altezza di 8-10 metri, sopporta bene le potature e può essere mantenuto in forme regolari, come ad esempio parallelepipedo rettangolare, in modo che assomigli ad un “muro verde”. Si adatta molto bene a vari tipi di terreni, sopporta bene il freddo e la siccità estiva. Le foglie sono molto usate in cucina.

 

  • Il viburno lucido, Viburnum tinus varietà “Lucidum”. Il viburno lucido è un arbusto sempreverde con portamento eretto, molto folto e cespuglioso. È una pianta caratterizzata dalla lucentezza del suo fogliame, come si evince dal nome. Ha una crescita piuttosto rapida, foglie grandi coriacee di colore verde scuro a forma ovale. Fa una bella fioritura di colore bianco, bianco/rosa a primavera. Sopporta bene le potature come l’alloro, cresce rapidamente in vari tipi di suolo. In alcuni casi necessita di irrigazione nel periodo estivo.

 

  • Il lauroceraraso, Prunus laurocerasus il cui nome fa riferimento laurus (alloro) e cerasus (ciliegio), per la somiglianza delle foglie con quelle dell’alloro (Laurus nobilis) e drupe simili a quelle dei ciliegi. Preferisce zone più fredde rispetto all’alloro. Le foglie sono di colore verde scuro, molto più chiare e lucide quando giovani; spesse e coriacee; di forma oblunga, tondeggiante verso l’apice, lievemente seghettate verso l’esterno. I fiori sono bianchi, non molto appariscenti. Fiorisce tra aprile e giugno, dando poi origine a frutti denominati frutti drupe rosse/viola quando acerbe, e nero-bluastre una volta raggiunta la maturazione. Fruttifica a fine estate-inizio autunno. Sopporta bene il freddo e le potature. Le foglie e i semi possono dare tossicità se ingerite.

 

  • Il pittosporo, nome scientifico Pittosporum tobira (Thunb. W.T. Aiton) è una pianta della famiglia delle Pittosporaceae, originaria della Cina meridionale, del Giappone, di Taiwan e della Corea. Ha una bella fioritura bianca, profumata, un bel fogliame lucido e una resistenza a varie condizioni ambientali, come ad esempio in zone vicino al mare con inverno mite. È una pianta sempreverde a portamento arboreo o arbustivo e può raggiungere i tre o quattro metri di altezza. Può essere tenuta a forma di siepe, come le specie sopra elencate, oppure può formare dei simpatici alberetti. La sostanza appiccicosa di cui sono rivestiti permette ai semi di attaccarsi al becco degli uccelli e di essere trasportati per lunghe distanze. Le foglie sono alternate, lucide e oblunghe. I fiori, a cinque petali, sono molto profumati; bianchi all’apertura, assumono poi color crema e infine giallo chiaro. In Italia la pianta fiorisce in maggio. Al tatto, i petali sono cerosi.

 

  • L’oleandro, Nerium oleander originario dell’Asia ma è naturalizzato e spontaneo nelle regioni mediterranee e diffusamente coltivato a scopo ornamentale. L’oleandro ha un portamento arbustivo, ma come per il pittosporo, può essere allevato anche a formare piccoli alberi, spesso usati nelle nostre strade. Le foglie sono velenose come i fusti, sono glabre e coriacee. La bellezza di questa pianta sono i fiori, grandi e vistosi. Ci sono molte varietà che coprono una vasta gamma di colori. Questa specie va bene per formare delle siepi in forma libera, non eccessivamente squadrata. Resiste bene al freddo invernale e molto alla siccità estiva. Sopporta bene le potature, generalmente eseguite a fine inverno per permettere un bel riscoppio della vegetazione nelle stagioni primaverili ed estive.

 

  • Infine come siepe, vengono usati arbusti rampicanti come il rincospermo, Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem., noto volgarmente come falso gelsomino o appunto rincospermo, e l’edera comune, Hedera helix L, che ha bisogno di sostegni come ad esempio una inferriata su cui arrampicarsi. Sono facili da coltivare ma spesso come l’edera possono diventare molto invadenti e attaccarsi ai fusti degli alberi o ai muri. Il rincospermo sopporta il sole e la mezz’ombra, offre una bella fioritura bianca, molto profumata in primavera. L’edera si trova bene in zone umide. Le potature sono meno frequenti rispetto alle altre specie arbustive sopra descritte.

 

di Gino Francesco Vannucci, agronomo